Introduzione alla Magia pratica

Il termine “Magia” (dal greco “mageia” / “magheia”) nel mondo greco antico indicava la dottrina praticata dai Magi, i Sacerdoti Medo-Persiani, che “praticavano l’evocazione degli spiriti, la divinazione del futuro e operavano prodigi per cooperazione di spiriti”.

Nel mondo ellenistico e tardo antico, vi era la credenza che il mondo fosse retto da Forze Spirituali, intermedie tra l’uomo e il Divino, con le quali si entrava in contatto per il tramite di riti e pratiche mistiche e religiose.

La Magia viene dunque considerata, generalmente, come una “pratica e forma di sapere esoterico e iniziatico che si presenta come capace di controllare le Forze della natura” oppure di servirsi di Forze “soprannaturali” per operare prodigi.

Nella Magia Salomonica, che deve il suo nome al Re Salomone dell’Antico Testamento, queste Forze Spirituali intermedie sono sette e vengono invocate (chiamate) per ottenere i favori che ognuna di queste Forze può concedere.

Il libro I Sette Poteri: le Forze Segrete della Magia rappresenta una valida introduzione a tale pratica magica, che riporta invocazioni tratte da un’importante trattato di Magia Cerimoniale del 1535.

L’opera consente all’operatore di creare i propri rituali magici, in base alle proprie esigenze, assistendolo e guidandolo nella pratica magica, fornendogli le corrispondenze magiche necessarie, spiegando come utilizzarle e come ci si prepara ad un rito magico, quando va compiuto, quali sono i nomi da pronunciare, gli incensi da bruciare, per agire a vantaggio proprio oppure intercedendo e operando per conto o a favore di un’altra persona.

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